L’ordinamento finanziario e contabile degli Enti locali prevede la possibilità, in capo al dirigente competente o alla Giunta, di effettuare spostamenti di somme tra i vari capitoli di spesa. Ciò consentirebbe di risolvere, senza ulteriori e sterili polemiche, la questione stipendi ai dipendenti della MSC. L’Amministrazione comunale mantenga l’impegno assunto dal CdA di pagare lo stipendio entro il 15 Maggio.
La FP CGIL interviene nuovamente sulla questione della mancata approvazione, da parte del Consiglio comunale, della procedura relativa alla variazione di bilancio per consentire lo spostamento delle somme necessarie al funzionamento della Messina Social City che non è e non doveva essere da nessuno collegata al pagamento dello stipendio di Aprile. . Il segretario della Funzione Pubblica CGIL, Francesco Fucile, la segretaria provinciale Elena De Pasquale e la rappresentante aziendale Caterina De Maria, stigmatizzano ogni intervento volto a strumentalizzare, mediaticamente o per fini elettorali, i lavoratori, ed invitano l’Amministrazione Comunale, ad attivare, nel più breve tempo possibile, quanto previsto dall’ordinamento finanziario e contabile degli Enti Locali, che contempla «la possibilità, in capo al dirigente competente o alla Giunta, di effettuare spostamenti di somme tra i vari capitoli di spesa. Ciò consentirebbe di risolvere, senza ulteriori e sterili polemiche, la questione stipendi ai dipendenti della MSC. Se ciò avvenisse, il lavoro svolto dal nuovo consulente dell’Agenzia che, nonostante le difficoltà legate al passaggio di consegne, ha quasi terminato la formulazione delle buste paga, non sarà vanificato». Rispetto poi alla discussione che si terrà in Consiglio comunale, alla questione della ratifica del contratto di servizio e allo stanziamento di tutte le risorse necessarie al pieno funzionamento della MSC, la FP CGIL «prende ancora una volta le distanze dalla superficialità con cui è stata gestita l’intera operazione dell’istituzione e avvio della Messina Social City. Abbiamo sempre detto e continuiamo a dire sì all’internalizzazione, ma la questione era talmente tanto complessa che sarebbe stato necessario investire tutte le competenze necessarie, evitando ogni tipo di improvvisazione».