La Funzione Pubblica CGIL interviene evidenziando la discutibile assenza di un confronto sindacale su questioni che, inevitabilmente, implicano anche l’assegnazione di incarichi che potrebbero non essere compatibili alle mansioni ricoperte dai lavoratori coinvolti
«Sono trascorsi circa nove mesi dalla nascita della Messina Social City e trattandosi di un’operazione talmente tanto complessa, è del tutto normale che si siano determinate delle carenze in termini organizzativi. Ecco perché, se da un lato condividiamo la definizione di un organigramma e di funzionigramma aziendale che definiscano meglio ruoli, competenze e mansioni, al tempo stesso stigmatizziamo che da parte dei vertici dell’Azienda speciale non sia stato ritenuto necessario il confronto con le organizzazioni sindacali sebbene si tratti di questioni che avrebbe necessitato di apposita informativa». Il segretario della FP CGIL Francesco Fucile, la segretaria provinciale Elena De Pasquale e la RSA Caterina De Maria intervengono sull’atto approvato scorso 8 novembre dalla MSC, ma pubblicato sull’albo pretorio dell’Azienda solo giorno 12, criticando la poca trasparenza nella discussione e successiva approvazione di un atto che determina invece parecchie implicazioni alla corrispondenza tra le mansioni dei lavoratori e gli incarichi loro affidati. Si tratta in alcuni casi di evidenti assegnazioni di mansioni superiori se non anche di integrazioni orarie su cui evidentemente un confronto preventivo avrebbe assicurato maggiore efficacia a quanto posto in essere. «L’organigramma ed il funzionigramma approvati – continua la FP CGIL – individuano figure di capi area, di coordinatori, di responsabili, a cui, evidentemente, faranno capo maggiori responsabilità e maggiori carichi di lavoro. Proprio in considerazione del fatto che non ci troviamo più ad operare nell’ambito di un sistema cooperativistico in cui il privato era legittimato a prendere decisioni “autonome”, nel caso di un’azienda pubblica i processi da seguire sarebbero dovuti essere molto diversi. La decisione unilaterale adottata dall’azienda, al netto della asseverata autonomia organizzativa, viene fatta in assenza di criteri predeterminati, criteri oggettivi del ruolo svolto e criteri soggettivi della professionalità espressa, di eventuali atti di interpello o qualsivoglia altro percorso trasparente non tenendo in alcuna considerazione che con le decisioni che sono state prese entrano in gioco degli aspetti tecnici di cui i sindacati dovevano essere messi a conoscenza». E proprio in relazione all’assenza di confronto, i rappresentanti della FP CGIL tornano a porre l’accento sulle numerose questioni che in questi mesi sono state oggetto di richieste di incontro, ma che sono purtroppo sempre rimaste inevase: «I lavoratori aspettano risposte sul riconoscimento dei cinque scatti d’anzianità, questione rispetto alla quale questa sigla sindacale – affermano gli esponenti della Funzione Pubblica CGIL– stanno portando avanti una battaglia senza sconti; il mancato riconoscimento del rimborso chilometrico per chi utilizza il proprio mezzo nello svolgimento del servizio; la differenza di trattamento tra chi svolge il servizio di assistenza domiciliare anziani e vede il tempo di spostamento da un luogo all’altro di lavoro nel proprio orario di servizio e chi svolge il servizio di assistenza domiciliare disabili e non gode di questo diritto. L’assenza di criteri predeterminati per i trasferimenti da un servizio ad un altro che molto spesso determina incremento delle ore di lavoro e quindi di retribuzione.
In ultimo, considerati gli ultimi due episodi della settimana, abbiamo richiesto, anche in questo caso senza risposta, di individuare una soluzione alternativa al problema dell’attribuzione di ferie nei giorni di allerta meteo. Ma le richieste sono sempre rimaste lettera morta e in considerazione di ciò la FP CGIL reitera, ancora una volta, richiesta di immediato incontro con i vertici della società».