All’Amministratore Delegato
Casa di Cura Cristorè
All’Ispettorato del Lavoro di Messina
All’INAIL di Messina
Al Direttore Generale ASP Messina
Giunge notizia alla scrivente che presso la vostra struttura siano stati allocati dei rilevatori marcatempo al 2° piano che devono essere usati, secondo Vostra disposizione, dai Fisioterapisti (non da altre figure); parimenti, altri timbrano al 3° e qualcuno all’ingresso (dove timbrano TUTTO il restante personale dipendente).
In buona sostanza ci viene riferito che il suddetto personale deve entrare in azienda, indossare la divisa e poi andare al 2° o 3° piano e timbrare.
Aldilà dell’illogicità di una tale scelta, alla quale noi, comunque, diamo una chiave di lettura ben precisa, cioè che trattasi di un tentativo di racimolare dei minuti preziosi da non riconoscere ai lavoratori.
Questo nostro ragionevole dubbio scaturisce innanzitutto dal fatto che tale scelta ricade solo sui fisioterapisti e non su altri lavoratori ed il motivo risiederebbe sui tanti conflitti che con questa categoria sono sorti, su precisi input sindacali nostri, proprio relativamente ai tempi di vestizione e svestizione e sui tempi da dedicare al processo riabilitativo.
Rammentiamo a noi stessi, sintetizzando, che la querelle ebbe inizio allorquando sostenemmo che un singolo fisioterapista in 6 ore/die di effettivo servizio, non può garantire 60min a paziente di trattamento riabilitativo, se gli vengono assegnati 6 pazienti al giorno.
L’escamotage di timbrare all’ingresso dopo aver indossato la divisa e all’uscita prima di svestirla, fa recuperare per ogni fisioterapista circa 20-30min.
Aldilà della nostra chiave di lettura, giusta o sbagliata che sia, vorremmo rammentare che, per quanto a nostra conoscenza, non esiste un posto di lavoro con una situazione analoga, con un evidente discriminazione fra medesimi dipendenti e con una confusione pazzesca. Inoltre, vorremmo richiamare l’attenzione sulla questione della responsabilità datoriale sul dipendente che subisce un infortunio all’interno della struttura; nel caso di specie, un dipendente che entra in struttura, si dirige verso lo
spogliatoio, prende le scale piuttosto che l’ascensore e si reca al 2° o 3° piano per timbrare e formalizzare la propria presenza in servizio, se durante questo tragitto subisce un incidente (cade dalle scale ad esempio), come sarà considerato? Su chi ricadrà la responsabilità? Può l’INAIL accettare quale infortunio in itinere quello occorso all’interno della struttura ove il dipendente lavora? In quale posizione giuridico-datoriale si pone la struttura nei confronti di un dipendente che ha la sfortuna di incappare in una situazione del genere?
Alla luce di quanto sopra si chiede alle spettabili istituzioni in indirizzo e ognuna per le proprie specifiche competenze, un’ispezione ed un parere rispetto all’intera questione, alfine di fare chiarezza alle maestranze.