Il variegato mondo del precariato siciliano resta un “bacino” che sembra non prosciugarsi mai e di cui, sarebbe ora, di avere una contezza piena, definita ed aggiornata.
In questo mondo ci sono gli ASU, Lavoratrici e Lavoratori che da 23 anni (sic!) tengono aperti musei e parchi archeologici, che lavorano nelle Asp e nei Comuni per meno di 600 euro mensili per 20 ore settimanali.
Parliamo di 4.708 Lavoratori. Alcuni di loro sono già stati “stabilizzati” nei Comuni e nella ASP dove lavorano, molti altri, per farlo, hanno atteso una norma che prevedesse (com’è avvenuto per i “contrattisti”) la cosiddetta “storicizzazione” delle risorse al 2038 delle risorse.
Per questa ragione, torniamo a sollecitare Governo e Parlamento a portare presto, nelle Commissioni competenti e in Aula, un ragionamento compiuto che abbia al suo centro la fine di questa lunga agonia dei Lavoratori ASU e l’avvio di un percorso che punti alla riduzione del “bacino” (agevolandone la fuoriuscita), che attui il definitivo “sganciamento” dalle Cooperative (attraverso l’utilizzazione diretta) e, soprattutto, lavorando alla loro definitiva “stabilizzazione” soprattutto in quelle condizioni dove questo è particolarmente urgente ovvero dove le croniche carenze di personale hanno finito con l’assegnare a questi Lavoratori un ruolo determinante nel mantenere in piedi servizi, a cominciare dai Beni Culturali.
In questo settore la recente pronuncia della Corte Costituzionale circa la loro utilizzazione diretta deve aprire altri spazi nella direzione della loro stabilizzazione.
Nessuno può pensare che possa continuare all’infinito una utilizzazione a queste condizioni di questi Lavoratori, occorre dare loro stabilità occupazionale ed un reddito adeguato.
Per discutere dettagliatamente delle questioni poste, chiediamo un incontro urgente .
Si resta in attesa della convocazione e si inviano distinti saluti.
FP CGIL Gaetano Agliozzo
CISL FP Paolo Montera
UILTEMP Danilo Borrelli