Il successo ottenuto con il rinnvo del CCNL nella sanità privata dopo 14 anni di blocco, non deve far dimenticare il dramma vissuto dai lavoratori delle RSA
«Finalmente la quiete dopo la tempesta per i tanti lavoratori della sanità privata, che dopo 14 anni si vedono riconosciuta la dignità di un rinnovo: ma non è per tutti purtroppo. Infatti vi sono ancora da rinnovare i CCNL di AIOP e ARIS per le RSA, applicati in alcune realtà del nostro territorio». Questo il commento del segretario della FP CGIL Francesco Fucile e del segretario provinciale Antonio Trino, all’indomani dell’ok di ARIS e AIOP per il rinnovo del contratto della sanità privata. «Non è più sostenibile che vi siano discriminazioni fra lavoratori che appartengono al medesimo profilo professionale – affermano i rappresentanti sindacali – e che in funzione del datore di lavoro si ritrovano ad avere applicato un contratto meno confacente all’attività prestata. Fra coloro che hanno aderito allo sciopero dello scorso 16 settembre c’era una sostanziosa rappresentanza di SSR (il 50% dei lavoratori ha aderito), società che si occupa di riabilitazione e che applica il contratto di ARIS RSA, a dimostrazione del forte malessere perché oltre a non aver ancora avuto il rinnovo, si ritrovano a svolgere la medesima attività professionale di altri colleghi che lavorano si nel privato, ma godono di un miglior trattamento economico in quanto hanno il contratto non RSA. Non è più sostenibile che lo stesso committente (la Regione attraverso le ASP) proponga convenzioni, elargendo fiumi di soldi pubblici a soggetti privati che poi applicano condizioni economiche contrattuali diverse pur svolgendo attività analoga (riabilitazione nel caso di specie). Riteniamo sia giunto il momento che la Regione assuma il ruolo di controllore attivo, essendo stazione appaltante, predisponendo le convenzioni con la clausola di applicare per tutti lo stesso CCNL, quello più vantaggioso per i lavoratori e ponendo fine ad una evidente discriminazione. La FPCGIL, primo sindacato nella sanità privata nella nostra provincia, da tempo ormai sostiene questa battaglia e le ultime vicende legate al rinnovo contrattuale, dove gli imprenditori hanno mostrato grande e colpevole reticenza a firmare malgrado il 50% della copertura economica del rinnovo fosse a carico delle Regioni, hanno ancor di più evidenziato questa necessità di uniformare il trattamento salariale fra i lavoratori».