Per la FP CGIL di Messina, è necessario fornire al personale chiamato ad effettuare dei servizi come quelli in questione, una formazione che consenta di affrontare le situazioni di pericolo
«Quando accadono episodi come quelli verificatisi ai danni dei due colleghi della Polizia Municipale, a cui va tutto il nostro supporto e la nostra solidarietà, c’è subito qualche solerte sindacalista autonomo che pensa subito che il metodo da adottare sia quello della forza e della repressione. Riteniamo, invece, che la “cura” giusta sia quella della formazione». Questo il commento del segretario generale della FP CGIL, Francesco Fucile, del rappresentante aziendale, Giuseppe Previti e dei componenti RSU Polizia Municipale Otello Lo Prete e Gervasi Antonio, a seguito dell’aggressione subita da due operatori della Polizia Locale, uno dei quali condotto in ospedale a causa delle ferite riportate che hanno reso necessari 11 punti di sutura, durante l’effettuazione di un TSO: «Il lavoro che sono stati chiamati a svolgere i colleghi, – affermano i dirigenti sindacali -, è caratterizzato da una notevole complessità dovuta al fatto di trovarsi di fronte a persone che, proprio in considerazione della relazione medica che ne dispone il TSO, che avviene poi su disposizione del Sindaco, vivono una condizione di profondo scompenso psichico che può alimentarne la pericolosità. Alla luce di ciò, piuttosto che pensare di affrontare situazioni del genere “armando” i vigili con strumenti offensivi/difensivi, quali taser o bastoni allungabili, sarebbe piuttosto utile istituire una squadra specializzata in questo tipo di servizi, cui andrebbe riservata una preparazione specifica, così da fornire le adeguate competenze, strumenti e metodologie di intervento».