Oggi l’attivo nazionale di delegate, delegati, Rsu della Fp Cgil. Il segretario Oliverio: “Solo dall’integrazione proficua del lavoro di tutti e delle tante specificità come elemento di ricchezza comune può venire la necessaria spinta ad ammodernare le amministrazioni e gli enti pubblici e renderli effettivamente competitivi ed efficaci per il paese”. La leader Sorrentino: “Vorremmo costruire un percorso di crescita economica e professionale per i lavoratori che dia una garanzia di equità ma contemporaneamente che sappia anche valorizzare professionalità e responsabilità”.
28 sett. 2021 – “Noi confermiamo la nostra volontà a fare il contratto perché è un diritto delle lavoratrici e dei lavoratori. Il contratto o serve a loro o non serve a nessuno”. Florindo Oliverio, segretario Fp Cgil, ha introdotto i lavori dell’attivo nazionale con cui la categoria ha riunito delegate, delegati e Rsu delle Funzioni Centrali (su Zoom e in diretta Facebook). Così ripercorre le tappe che, dalla riapertura della contrattazione con il rinnovo 2016/2018, hanno portato alle trattative per il triennio 2019/2021. Passando dall’urto con il Covid-19, il lavoro agile come modalità ordinaria di lavoro sotto l’emergenza sanitaria, lo sciopero del 9 dicembre per rivendicare risorse economiche utili al nuovo contratto, la ripresa della mobilitazione “RinnoviamolaPA”, il “Patto per il lavoro pubblico” tra governo e Cgil Cisl Uil del 10 marzo 2021.
Le Pa hanno retto il lockdown più “grazie alla capacità adattativa delle lavoratrici e dei lavoratori che per la capacità organizzativa delle amministrazioni e dei suoi dirigenti.Ne sono diventati una prova evidente la gestione dei protocolli per la sicurezza, in molti casi improvvisati solo grazie al contributo concreto di chi conosce dal di dentro la macchina amministrativa e le effettive dimensioni logistiche degli uffici. Ed è stato per questo – sottolinea Oliverio – che abbiamo insistito perché con il coinvolgimento delle Rsu si predisponessero le misure per garantire la messa in sicurezza del personale e dei cittadini”. Da qui l’istanza ulteriore, per cui protocolli e Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza siano centrali anche nella campagna per rinnovare le rappresentanze sindacali unitarie. “Sarebbe bene che, contemporaneamente al voto per le Rsu della prossima primavera, ci fosse anche il voto generalizzato degli Rls in tutte le amministrazioni e luoghi di lavoro. Se n’è sentita la mancanza in questi mesi e, laddove ci sono, hanno dato quella marcia in più alle amministrazioni”.
È ancora “la capacità adattativa” delle lavoratrici e lavoratori pubblici che, secondo Oliverio, “ha messo in luce un principio fondamentale” già presente “nella nostra proposta di riforma dell’ordinamento professionale: l’organizzazione del lavoro non richiede una maggiore e più sedimentata divisione gerarchica del lavoro quanto un continuo scambio di esperienze a vantaggio della professionalità di tutte e tutti. Perché ciò si realizzi bisogna saper tenere assieme e valorizzare il lavoro di tutte e tutti, renderlo condiviso negli obiettivi, perché solo dall’integrazione proficua del lavoro di tutti e delle tante specificità come elemento di ricchezza comune, e non di separazione, può venire la necessaria spinta ad ammodernare le amministrazioni e gli enti pubblici e renderli effettivamente competitivi ed efficaci per il paese”.
Tema caldo è il lavoro agile nelle Pa, che rimane “una formidabile occasione di spinta verso l’ammodernamento, l’innovazione tecnologica e organizzativa. Esso va regolato contrattualmente. Se la sfida è avviare, dal prossimo 15 ottobre, una fase di progressivo ritorno all’organizzazione non emergenziale, per rilanciare l’organizzazione dei servizi e del lavoro in ragione di obiettivi e missioni istituzionali noi raccogliamo la sfida” incalza il segretario nazionale, chiedendo un’accelerazione del confronto.
Piattaforma unitaria e proposte della controparte sono tutt’altro che armoniche. “Speriamo nei prossimi giorni di misurare l’accorciamento di questa distanza ma perché ciò accada abbiamo bisogno che le lavoratrici e i lavoratori siano parte attiva di questo processo non certo e non scontato”. Così Oliverio invita a mobilitarsi, “per sostenere le nostre ragioni nella trattativa”, in ogni posto di lavoro e a maggior ragione in vista “delle scadenze della legge di bilancio”.
Il piano straordinario di assunzioni resta un perno. “Nella Difesa, nei Beni Culturali, nella Giustizia, nelle Agenzie Fiscali, nei servizi ispettivi di INL, INPS e INAIL. Bisogna restituire alle amministrazioni quelle risorse umane che sono andate perse negli anni e mai più sostituite. E bisogna farlo prima che tutti gli anziani escano, perché privare un giovane assunto dello scambio di competenze maturate grazie all’esperienza sarebbe un doppio danno, per quel giovane neoassunto e per la sua amministrazione”.
Serena Sorrentino nelle sue conclusioni ha tirato le fila di un dibattito ricco di domande e segnalazioni, dal contratto ai concorsi pubblici, dalle carenze di personale alla formazione e al nuovo sistema di classificazione. “La trattativa comincia adesso – sostiene la segretaria generale della Fp Cgil -. Noi vorremmo costruire un percorso di crescita economica e professionale per i lavoratori che dia una garanzia di equità ma contemporaneamente che sappia anche valorizzare professionalità e responsabilità. Ci possono essere criteri e principi stabiliti in via ordinatoria nel contratto collettivo nazionale ma poi ci deve essere la possibilità, per la contrattazione decentrata, di intervenire e di adattare sempre di più questo sistema per evitare che diventi fonte di iniquità o che non riesca a fotografare esattamente tutte le condizioni che abbiamo nei singoli posti di lavoro”.
“L’aspettativa delle lavoratrici e dei lavoratori riguarda l’aspetto della riqualificazione – continua -. Per chi da troppi anni è bloccato sia in termini di progressioni economiche sia di riconoscimento di quei compiti e mansioni aggiuntive che, nel corso del tempo, gli sono state assegnate e hanno supplito in termini di carenze, soprattutto occupazionali”. Accanto però c’è anche l’aspettativa di chi arriva con nuove competenze e “vuole vedere dinamizzare la carriera nell’amministrazione”. Dunque? Per Sorrentino “Rimettere nella condizione di parità ed equipollenza tutti è la condizione che ci consente di far andare a regime il nuovo sistema ordinamentale senza creare discriminazioni e sperequazioni”.
Tra i passaggi importanti del suo discorso evidenziamo quello sul ruolo “strategico” della formazione. “La formazione deve diventare un diritto del lavoratore ma anche un dovere dell’amministrazione. Nel momento in cui l’amministrazione ha l’obbligo, vuol dire che il dirigente diventa responsabile dell’aggiornamento professionale dei propri dipendenti – spiega Sorrentino -. Se la formazione diventa fondamentale ai fini anche della valutazione, allora la formazione deve essere garantita e il livello e la qualità della formazione devono essere contrattati. Se la valutazione è utile ai fini della carriera ma anche del raggiungimento degli obiettivi è chiaro che per noi deve essere prioritariamente oggetto di contrattazione, proprio perché vogliamo limitare tutti quei livelli di discrezionalità che oggi sono in capo ai dirigenti”.
Oggi l’attivo nazionale di delegate, delegati, Rsu della Fp Cgil. Il segretario Oliverio: “Solo dall’integrazione proficua del lavoro di tutti e delle tante specificità come elemento di ricchezza comune può venire la necessaria spinta ad ammodernare le amministrazioni e gli enti pubblici e renderli effettivamente competitivi ed efficaci per il paese”. La leader Sorrentino: “Vorremmo costruire un percorso di crescita economica e professionale per i lavoratori che dia una garanzia di equità ma contemporaneamente che sappia anche valorizzare professionalità e responsabilità”.
28 sett. 2021 – “Noi confermiamo la nostra volontà a fare il contratto perché è un diritto delle lavoratrici e dei lavoratori. Il contratto o serve a loro o non serve a nessuno”. Florindo Oliverio, segretario Fp Cgil, ha introdotto i lavori dell’attivo nazionale con cui la categoria ha riunito delegate, delegati e Rsu delle Funzioni Centrali (su Zoom e in diretta Facebook). Così ripercorre le tappe che, dalla riapertura della contrattazione con il rinnovo 2016/2018, hanno portato alle trattative per il triennio 2019/2021. Passando dall’urto con il Covid-19, il lavoro agile come modalità ordinaria di lavoro sotto l’emergenza sanitaria, lo sciopero del 9 dicembre per rivendicare risorse economiche utili al nuovo contratto, la ripresa della mobilitazione “RinnoviamolaPA”, il “Patto per il lavoro pubblico” tra governo e Cgil Cisl Uil del 10 marzo 2021.
Le Pa hanno retto il lockdown più “grazie alla capacità adattativa delle lavoratrici e dei lavoratori che per la capacità organizzativa delle amministrazioni e dei suoi dirigenti.Ne sono diventati una prova evidente la gestione dei protocolli per la sicurezza, in molti casi improvvisati solo grazie al contributo concreto di chi conosce dal di dentro la macchina amministrativa e le effettive dimensioni logistiche degli uffici. Ed è stato per questo – sottolinea Oliverio – che abbiamo insistito perché con il coinvolgimento delle Rsu si predisponessero le misure per garantire la messa in sicurezza del personale e dei cittadini”. Da qui l’istanza ulteriore, per cui protocolli e Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza siano centrali anche nella campagna per rinnovare le rappresentanze sindacali unitarie. “Sarebbe bene che, contemporaneamente al voto per le Rsu della prossima primavera, ci fosse anche il voto generalizzato degli Rls in tutte le amministrazioni e luoghi di lavoro. Se n’è sentita la mancanza in questi mesi e, laddove ci sono, hanno dato quella marcia in più alle amministrazioni”.
È ancora “la capacità adattativa” delle lavoratrici e lavoratori pubblici che, secondo Oliverio, “ha messo in luce un principio fondamentale” già presente “nella nostra proposta di riforma dell’ordinamento professionale: l’organizzazione del lavoro non richiede una maggiore e più sedimentata divisione gerarchica del lavoro quanto un continuo scambio di esperienze a vantaggio della professionalità di tutte e tutti. Perché ciò si realizzi bisogna saper tenere assieme e valorizzare il lavoro di tutte e tutti, renderlo condiviso negli obiettivi, perché solo dall’integrazione proficua del lavoro di tutti e delle tante specificità come elemento di ricchezza comune, e non di separazione, può venire la necessaria spinta ad ammodernare le amministrazioni e gli enti pubblici e renderli effettivamente competitivi ed efficaci per il paese”.
Tema caldo è il lavoro agile nelle Pa, che rimane “una formidabile occasione di spinta verso l’ammodernamento, l’innovazione tecnologica e organizzativa. Esso va regolato contrattualmente. Se la sfida è avviare, dal prossimo 15 ottobre, una fase di progressivo ritorno all’organizzazione non emergenziale, per rilanciare l’organizzazione dei servizi e del lavoro in ragione di obiettivi e missioni istituzionali noi raccogliamo la sfida” incalza il segretario nazionale, chiedendo un’accelerazione del confronto.
Piattaforma unitaria e proposte della controparte sono tutt’altro che armoniche. “Speriamo nei prossimi giorni di misurare l’accorciamento di questa distanza ma perché ciò accada abbiamo bisogno che le lavoratrici e i lavoratori siano parte attiva di questo processo non certo e non scontato”. Così Oliverio invita a mobilitarsi, “per sostenere le nostre ragioni nella trattativa”, in ogni posto di lavoro e a maggior ragione in vista “delle scadenze della legge di bilancio”.
Il piano straordinario di assunzioni resta un perno. “Nella Difesa, nei Beni Culturali, nella Giustizia, nelle Agenzie Fiscali, nei servizi ispettivi di INL, INPS e INAIL. Bisogna restituire alle amministrazioni quelle risorse umane che sono andate perse negli anni e mai più sostituite. E bisogna farlo prima che tutti gli anziani escano, perché privare un giovane assunto dello scambio di competenze maturate grazie all’esperienza sarebbe un doppio danno, per quel giovane neoassunto e per la sua amministrazione”.
Serena Sorrentino nelle sue conclusioni ha tirato le fila di un dibattito ricco di domande e segnalazioni, dal contratto ai concorsi pubblici, dalle carenze di personale alla formazione e al nuovo sistema di classificazione. “La trattativa comincia adesso – sostiene la segretaria generale della Fp Cgil -. Noi vorremmo costruire un percorso di crescita economica e professionale per i lavoratori che dia una garanzia di equità ma contemporaneamente che sappia anche valorizzare professionalità e responsabilità. Ci possono essere criteri e principi stabiliti in via ordinatoria nel contratto collettivo nazionale ma poi ci deve essere la possibilità, per la contrattazione decentrata, di intervenire e di adattare sempre di più questo sistema per evitare che diventi fonte di iniquità o che non riesca a fotografare esattamente tutte le condizioni che abbiamo nei singoli posti di lavoro”.
“L’aspettativa delle lavoratrici e dei lavoratori riguarda l’aspetto della riqualificazione – continua -. Per chi da troppi anni è bloccato sia in termini di progressioni economiche sia di riconoscimento di quei compiti e mansioni aggiuntive che, nel corso del tempo, gli sono state assegnate e hanno supplito in termini di carenze, soprattutto occupazionali”. Accanto però c’è anche l’aspettativa di chi arriva con nuove competenze e “vuole vedere dinamizzare la carriera nell’amministrazione”. Dunque? Per Sorrentino “Rimettere nella condizione di parità ed equipollenza tutti è la condizione che ci consente di far andare a regime il nuovo sistema ordinamentale senza creare discriminazioni e sperequazioni”.
Tra i passaggi importanti del suo discorso evidenziamo quello sul ruolo “strategico” della formazione. “La formazione deve diventare un diritto del lavoratore ma anche un dovere dell’amministrazione. Nel momento in cui l’amministrazione ha l’obbligo, vuol dire che il dirigente diventa responsabile dell’aggiornamento professionale dei propri dipendenti – spiega Sorrentino -. Se la formazione diventa fondamentale ai fini anche della valutazione, allora la formazione deve essere garantita e il livello e la qualità della formazione devono essere contrattati. Se la valutazione è utile ai fini della carriera ma anche del raggiungimento degli obiettivi è chiaro che per noi deve essere prioritariamente oggetto di contrattazione, proprio perché vogliamo limitare tutti quei livelli di discrezionalità che oggi sono in capo ai dirigenti”.