L’iniziativa di protesta organizzata ieri mattina mira a farsì che, una volta per tutte, si faccia luce e chiarezza su una vicenda che, all’interno dell’ASP,  ha tanti responsabili

La FP CGIL dopo anni di battaglie per la stabilizzazione dei 68 ex ASU che hanno interessato anche la Prefettura in una complessa procedura di raffreddamento e conciliazione conlusasi con un lieto fine, ovvero la stabilizzazione, part time, di tutti e 68, oggi rivendica la trasformazione del suddetto rapporto di lavoro da part time a full time. E ciò, come spiegato dal Segretario Generale Fracesco Fucile, dal Segretario Provinciale con delega alla sanità Antonio Trino, dall’RSU Asp Giuseppe Romeo e da Cettina Bonfiglio, una delle lavoratrici interessate, sulla base di fatti ben precisi: «Le somme per la stabilizzazione e per la trasformazione dei rapporti di lavoro da part time a full time  – evidenziano i dirigenti sindacali -, giungono, per oltre la metà, da un finanziamento dell’Assessorato Regionale al lavoro, di cui l’ASP  ha sempre tenuto nascosta l’assegnazione finanziaria. E ciò per un motivo ben preciso: non portare i lavoratori ad orario pieno. Si aggiunga, perlatro, che l’ultima dotazione organica dell’Azienda Sanitaria di Messina approvata dalla Giunta Regionale, prevede contratti full time per tutti e 68 i lavoratori in questione, rientrando pienamente entro il tetto di spesa. E’ da mesi – continuano Fucile, Trino, Romeo e Bonfiglio -, che chiediamo risposte puntuali sulla questione, in particolare dalla Dirigente del personale, ma senza ottenere alcun riscontro».

Nello stigmatizzare, dunque, l’atteggiamento messo in atto dall’ASP, la FP CGIL ci tiene poi a ricordare «l’importantissimo ruolo che questi dipendenti svolgono all’interno dell’Azienda e quanto il loro impegno e il loro utilizzo sia stato determinante quando, pur operando ancora come ASU e  quindi pagati con assegno di disoccupazione, avevano un ruolo chiave in servizi fondamentali che spesso gestivano in autonomia. Alla luce di tutto ciò, chiediamo con forza al Direttore Generale, il dott. Cucci, di porre fine a quella che può essere considerata una pagina vergognosa nella gestione del personale dell’ASP con riferimento a questa platea di lavoratori. In caso diverso ci troveremo costretti ad attivare e mettere in campo tutte le azioni possibili a tutela della dignità di questi lavoratori».