La FPCGIL a distanza di alcuni mesi dalla cessazione dal comando della Polizia Metropolitana del dott. Giovanni Giardina, ritiene che codesta Amministrazione debba operare delle scelte precise, puntuali e legittime in merito alla conduzione e al futuro del Corpo di Polizia Metropolitana.

Lo stallo in cui si trova oggi la struttura di polizia locale di codesta Amministrazione ci preoccupa fortemente, anche per le forti ricadute sulle principali attività che vengono esercitate e per la grave carenza di risorse umane che si è venuta a determinare.

In particolare si ritiene che vadano chiarite alcune decisioni che sono state assunte da codesta Amministrazione e che ci appaiono carenti sotto il profilo dell’opportunità e/o della legittimità:

• Piano Triennale del Fabbisogno del Personale (PTFP 2024/26): nonostante le specifiche richieste di modifica da parte della scrivente organizzazione sindacale è stato decretato un PTFP 2024/26 che prevede soli 2 posti nell’Area ”Funzionari ed EQ” come Ufficiale del Corpo di Polizia Metropolitana e 10 Agenti di vigilanza nell’Area “Istruttori” entrambi da assumere mediante selezione dall’esterno e 3 posti di Agente di vigilanza da assumere mediante progressione verticale in deroga (art.13 CCNL Funzioni Locali). Tali scelte appaiono sintomatiche della volontà dell’Amministrazione di portare il Corpo di Polizia Metropolitana ad una lenta fine per agonia. Le molteplici attività di polizia, che sono pedissequamente elencate nel recente Regolamento del Corpo che codesta Amministrazione si è data, verranno vanificate da scelte al ribasso che possono essere lette unicamente come la volontà di minimizzare le attività di controllo sul territorio. Tale nostra posizione scaturisce dalla lettura del PTFP 2024/26 che presenta una disponibilità di capacità assunzionale notevolissima, che per scelta politica viene destinata nella quasi totalità a settori diversi dalla polizia metropolitana.

• CCNL Funzioni Locali Artt. 13 e 15: la decisione di applicare in maniera ristrettissima le 2 norme contrattuali citate (per meglio precisare l’art.15 non viene totalmente applicato), nonostante l’ampia disponibilità di risorse per procedere diversamente, ha avuto delle refluenze pesantissime sul personale della categoria “Istruttori” del Corpo di Polizia Metropolitana che si vede negare dopo quasi 20 anni di servizio la possibilità di progredire in area superiore per poter ricoprire il ruolo di Ufficiale (ancor peggio della scelta adottata al Comune di Messina per cui è stata prevista la progressione interna per 1 posto di Ufficiale). Appare, altresì, strana e ci limitiamo a definirla tale la scelta, di prevedere solo 3 posti di Agente di Vigilanza, area Istruttori, da ricoprire mediante progressione verticale in deroga, in quanto con scelta unilaterale codesta Amministrazione ha deciso di istituire il profilo professionale di “Operatore esperto di vigilanza”, area degli Operatori Esperti, inserito nella Famiglia Professionale della Vigilanza, ricoperto da 10 dipendenti selezionati con apposito bando di mobilità interna. Forse sarebbe stato il caso di prevedere almeno 10 progressioni verticali per ricoprire i posti di Agente di vigilanza e non limitarli a 3, cosa che ci fa dubitare moltissimo soprattutto se dovesse verificarsi che i vincitori della futura selezione sono nomi in auge all’interno del Corpo di Polizia Metropolitana.

• Comando del Corpo di Polizia Metropolitana: le decisioni che codesta Amministrazione ha inteso assumere in merito all’assegnazione del Comando del Corpo appaiono indubbiamente fuori da ogni legittimità, sia per come sono state effettuate, sia per la totale mancanza di controllo di legittimità da parte del Segretario Generale dell’Ente (ovviamente non ci riferiamo a controlli preventivi di legittimità). In breve ci troviamo a vedere assegnato il comando del Corpo ad un agente di vigilanza, area degli Istruttori, prima nominato dall’ex Comandante quale vice comandante, ai sensi dell’art. 21, commi 1 e 2, del vigente Regolamento del Corpo di Polizia Metropolitana, nomina che già destava forti perplessità in termini di legittimità in quanto per l’esercizio delle attività svolte si inquadrava facilmente in assegnazione di mansioni superiori, ma a seguito della cessazione dall’incarico del Comandante Giovanni Giardina la situazione diventa paradossale. L’agente di vigilanza incaricato del ruolo di vice comandante rimane al comando del Corpo della Polizia Metropolitana, in assenza di alcuna formale assegnazione di responsabilità apicale della struttura e come se tutto fosse normale con atto del Direttore Generale, 26193/24 del 11.06.2024, viene attribuita delega di funzioni ai sensi dell’art.16 D.Lgs.81/2008 per “poter esercitare tutti i poteri/doveri facenti capo alla figura del datore di lavoro in materia di salute e sicurezza sui posti di lavoro nonché disporre di poteri di legale rappresentante dell’Ente…..”.

A seguito di tutto quanto espresso ci chiediamo se ancora all’interno dell’Ente esiste una figura preposta al controllo di legittimità degli atti.

• Contratto Decentrato Integrativo: in merito all’applicazione di alcuni istituti del recente contratto decentrato non sarebbe il caso di comprendere cosa sta accadendo e se tutte le autorizzazioni e prestazioni rese rispettano il CCDI approvato a dicembre del 2023? Anche in questo caso chiediamo di sapere se il controllo sulla legittimità degli atti viene esercitato solo per alcune situazioni e non per tutte.

Per quanto sopra esposto e tenuto conto che la mancanza di decisioni sostenibili per il Corpo di Polizia Metropolitana determinerebbe ricadute sui servizi da svolgere sull’intero territorio provinciale si rimane in attesa di formale riscontro.