Un sindaco che “licenzia” in diretta 100 lavoratori, invece di fare autocritica sulla gestione del servizi rifiuti, si commenta da solo ed evidentemente rinuncia al progetto porta a porta
Lo avevamo previsto alle prime avvisaglie dello scontro politico sul voto Tari , nessuna minaccia sui livelli occupazionali è tollerabile – dichiarano Francesco Fucile e Michele Barresi segretari generali di Fp Cgil e Uiltrasporti – giocare con ricatti sulla pelle dei lavoratori e’ fare sciacallaggio politico e non amministrare seriamente la città . Il sindaco che “licenzia” in diretta social 100 lavoratori e anticipa ricorsi a cassa integrazione e’ uno spettacolo indecoroso e irrispettoso di chi, con il proprio lavoro , gli ha consentito solo poche settimane addietro di essere trascinato trionfante sull’ultimo cassonetto cittadino. E’ forse l’impeto verso la perenne campagna elettorale del sindaco che ha generato, errore dopo errore, nell’azienda una continua corsa verso esternalizzazioni e appalti a ditte private .
Sia chiaro – continuano Fucile e Barresi – oggi minacciare licenziamenti e ammortizzatori sociali equivale a fermare la raccolta porta a porta , o cedere il passo definitivamente ai privati . Su questo punto con questi sindacati non c’è trattativa .
Lo stato odierno in cui versa l’azienda Messina Servizi e anche la pulizia della città e’ frutto unicamente di una inadeguata programmazione aziendale . Questi sindacati da mesi chiedono, nel rispetto del contratto nazionale, un confronto serio sul piano industriale , i bilanci e l’organizzazione di Messina Servizi senza alcuna risposta da parte del Cda. Il mancato recupero di evasione, bastava il 5%, avrebbe garantito adeguate risorse , una organizzazione del servizio più efficace ed efficiente avrebbe certamente generato un servizio adeguato e meno costoso ma si preferisce cercare scuse nella normativa nazionale e nella guerra politica .
Questi sindacati ribadiscono la disponibilità al confronto per il bene della città che merita un servizio certamente migliore – concludono Fucile e Barresi – ma non sotto la minaccia dei licenziamenti, quindi si abbassino i toni e si trovino altrove le soluzioni”