La Funzione Pubblica CGIL esprime rabbia ma non stupore quanto accaduto: «Non abbiamo mai nascosto le nostre perplessità sulla gestione complessiva del sistema»
« Apprendiamo dagli organi di stampa del terremoto che ha colpito la Sanità Pubblica e Privata – dichiarano Francesco Fucile, Segretario Generale della FPCGIL e Antonio Trino, Segretario Provinciale della FPCGIL con delega alla Sanità – , e non possiamo non rammentare i fiumi di carte prodotte dalla nostra segreteria per rappresentare a tutti i livelli le anomalie che riscontravamo parlando con i lavoratori. Come è giusto che sia – continuano – che auspichiamo che la magistratura faccia il proprio lavoro nel più breve tempo possibile e, con tutte le precauzioni di garanzia per le persone coinvolte, riteniamo che se quanto emerso fosse confermato, sarebbe di una gravità inaudita e non farebbe che palesare quanto da noi più volte denunciato, su gestione del personale, dotazioni organiche minime da rispettare e standard che il più delle volte risultano non conformi alle convenzioni. Vale la pena ricordare che soprattutto con una delle strutture oggetto oggi di “attenzioni giudiziarie” – evidenziano Fucile e Trino -, lo scontro con la FPCGIL è stato frontale ed aspro ed abbiamo registrato il licenziamento di un nostro dirigente sindacale che ha ottenuto dal giudice il reintegro ed il risarcimento; analoga situazione per un dirigente medico nostro affiliato che licenziato ingiustamente, è stato ben risarcito grazie all’intervento della magistratura. La FP CGIL ritiene che un focus debba essere fatto anche sulla gestione dell’ASP di Messina che, al netto di quanto emerso nelle indagini della magistratura inquirente, risulta assolutamente fuori controllo per molteplici aspetti. Ci sembra doveroso ricordare che in un recente passato in una struttura, grazie ad un nostro esposto, l’Ispettorato del Lavoro fece un incursione e trovò in una mattinata 55 dipendenti, di cui 48 a partita IVA. E cosa fa l’ASP di Messina in qualità di soggetto deputato al controllo? – Anziché effettuare le dovute verifiche, “informa” la struttura convenzionata dei contenuti della nostra nota, per capire se la nostra denuncia fosse vero o meno. Un’assurdità, ma è una cosa realmente accaduta. Per non parlare poi – proseguono Fucile e Trino -, delle inadempienze contrattuali da parte di alcuni di questi imprenditori che, in barba alle norme, si rifiutano di riconoscere alcuni sacrosanti diritti ai propri dipendenti e, cosa ancor più penosa, avviene quando le angherie le fanno pseudo dirigenti, senza titolo per ricoprire il ruolo ma miracolosamente promossi sul campo, che gestiscono le maestranze, dimenticando che prima erano dalla parte opposta a subire. Ci risuonano ancora nelle orecchie – concludono i sindacalisti -, i racconti dei lavoratori che ci riferivano come, stranamente, in alcuni momenti c’erano le grandi manovre per tirare a lucido le strutture e ciò, guarda caso, coincideva con una ispezione: peccato che noi al caso non ci abbiamo mai creduto».