Il servizio rifiuti a Messina potrà essere gestito da un’azienda speciale e quindi restare pubblico : la proposta di Fp Cgil e Uiltrasporti per scongiurare l’affidamento ai privati è giuridicamente supportata da una prima sentenza del Consiglio di Stato espresso in un caso analogo della regione Lazio .
Il recente fallimento di Messina Ambiente ha messo in discussione nei mesi scorsi il futuro del servizio pubblico di raccolta e smaltimento rifiuti in città . L’interpretazione sulla applicabilità della legge Madia , comma 6 dell’art. 14 del D.Lgs. 175/2016 ha generato molti dubbi al punto in cui recita che
“Nei cinque anni successivi alla dichiarazione di fallimento di una società a controllo pubblico titolare di affidamenti diretti, le pubbliche amministrazioni controllanti non possono costituire nuove società, né acquisire o mantenere partecipazioni in società, qualora le stesse gestiscano i medesimi servizi di quella dichiarata fallita”.
Per tale motivo è scaturito il dibattito sulla necessaria liquidazione di Messina Servizi e la volontà, supportata da alcuni pareri richiesti dal Comune di Messina, di porre a gara e quindi privatizzare il servizio di raccolta in città . Fp Cgil e Uiltrasporti, dichiarano i 2 Segretari Generali, Francesco Fucile e Michele Barresi, hanno manifestato da subito contrarietà e hanno contestato le prime interpretazioni date sul caso, che era ancora “unico” in Italia, del fallimento di Messina Ambiente e della applicazione al caso di specie della normativa citata . Anche il consiglio comunale con un ordine del giorno dedicato ha chiesto ulteriori pareri al CGA prima di procedere a ulteriori deliberazioni in materia .
Da luglio però il “caso Messina” non resta isolato e ci viene incontro a fare chiarezza una recentissima Sentenza del Consiglio di Stato (la n. 5444/2019) che chiarisce molti aspetti fino ad oggi nuovi e controversi.
La vicenda riguarda il fallimento di una Società Partecipata che ha gestito anche qui i servizi di Igiene Urbana nel Comune di Latina e le modalità con cui si sarebbe dovuto procedere per garantire l’espletazione del servizio .
Rimaniamo fortemente legati alla difesa della gestione pubblica del servizio. I lavoratori chiedono al Consiglio Comunale di intervenire in tal senso certi del fatto che l’Amministrazione De Luca non avrà alcuna pregiudiziale all’ ulteriore azienda speciale.
Il Collegio di stato secondo la sentenza espressa ha ritenuto che la pubblica amministrazione controllante può gestire il servizio pubblico, in precedenza affidato alla società a partecipazione pubblica dichiarata fallita, mediante la costituzione di un’azienda speciale e, più in generale, attraverso forme di gestione diverse dalla società a partecipazione pubblica.
Esiste quindi , secondo giurisprudenza un primo autorevole parere che , anche in caso di applicazione del decreto Madia nel fallimento di Messina Ambiente , ipotesi ancora da verificare, si possa ricorrere ad un’azienda speciale invece che alla privatizzazione del servizio come unica via obbligata .
“C’è oggi una chiara strada alternativa alla privatizzazione quindi – dichiarano Fp Cgil e Uiltrasporti- suggerita dalla giurisprudenza che ci permette in ogni caso di superare pareri finora posti come unica via percorribile e pertanto in tale direzione ove necessario ci si deve orientare “
Il servizio pubblico nel comparto rifiuti resta , secondo le statistiche e le esperienze tra tutte le città metropolitane d’Italia , la migliore garanzia di economicità e legalità se ben gestito e governato – concludono i sindacati . La via disegnata dell’azienda speciale , a Messina potrebbe essere quella consigliabile se la legge ce lo impone ed occorre pertanto approfondire – secondo i sindacati – la materia prima di intraprendere percorsi diversi e per tale motivo Fp Cgil e Uiltrasporti lanciano sin d’ora un’inizativa pubblica di confronto sul tema che si terrà ad inizio novembre e a cui i sindacati chiameranno a partecipare tutto il consiglio comunale ed esperti del settore.