La FPCGIL interviene sul “nodo” delle 18 ore e invita l’Ente a risolvere definitivamente la questione e, nel breve periodo, a immaginare soluzioni in caso di chiusura delle scuole per rischio diffusione CORONAVIRUS
«Nei giorni in cui si stanno espletando le procedure di gare per l’assegnazione del servizio di Assistente All’Autonomia e alla Comunicazione per il periodo marzo- giugno 2020, spiace constatare come nulla di quanto era stato detto in occasione dell’incontro dello scorso 26 novembre con la Città Metropolitana e l’Ufficio scolastico provinciale, è stato messo in atto». Questo il commento della FP CGIL alla luce della situazione di grande difficoltà in cui sono costretti ad operatore i lavoratori ASACOM contrattualizzati a sole 18 ore e spesso nelle condizioni di doverne svolgerne anche meno. Il motivo? «E’ da ricercare nel come il bando della Città Metropolitana è stato e continua ad proposto – afferma il segretario della Funzione Pubblica Cgil, Francesco Fucile e la segretaria provinciale Elena De Pasquale –. Anche se sitratta di un servizio ad personam e dunque strettamente correlato alla presenza dell’utente, è altrettanto vero che non è pensabile che se un lavoratore si reca sul posto di lavoro, nello specifico la scuola, è l’utente è assente, deve ritornare a casa (spesso non sempre dietro l’angolo) e vedersi retribuita solo un’ora perché non ha la possibilità di impiegare diversamente il proprio orario di lavoro. Siamo assolutamente d’accordo sul fatto che tutte e 18 le ore debbano essere “spese” sull’utente, ma qualora non sia così, e soprattutto se tali ore non arrivano ad essere più recuperate, non è possibile che a rimetterci debba essere solo l’Assistente. Aggiungiamo – specificano Fucile e De Pasquale – che il la Città Metropolitana, nelle more dell’espletamento della nuova gara e per garantire continuità nel servizio, ha comunicato alla cooperativa Genesi la proroga del servizio fino al prossimo 21 marzo, negando però la possibilità di proseguire conl’eventuale recupero di ore perse nel periodo dicembre-febbraio». Proprio in relazione alla questione del recupero ore, la FP CGIL invita la Città Metropolitana ad immaginare possibili soluzioni nel caso in cui, così come sembra sempre più probabile, si proceda ad una chiusura delle scuole in tutta Italia. «Proprio alla luce di quanto detto sopra – aggiunge la FP CGIL – non è certamente pensabile che in caso di stop alla lezioni (o assenza degli alunni), i lavoratori che non si recheranno a scuola non saranno retribuiti. Soprattutto perché quelle eventuali ore perse non potrebbero più essere recuperate». Altra nota dolente è infine rappresentata dal ritardo nel pagamento dello stipendio da parte della cooperativa Genesi: «E’ noto che secondo quanto previsto dal CCNL – conclude Fucile – gli stipendi andrebbero pagati, anzi devono essere pagati entro il 20 del mese successivo alla prestazione svolta, ma purtroppo tale termine non viene puntualmente rispettato e ciò non fa altro che alimentare quella condizione di insofferenza e disagio in cui gli operatori svolgono il loro prezioso e delicato servizio. Tale stato di cose, a nostro avviso, non è più sopportabile, ecco perché diffidiamo e mettiamo in mora l’Ente metropolitano e porre in essere tutte quelle buone prassi che possano contribuire a migliorare la quantità e la qualità del lavoro svolto dagli ASACOM».