Al Direttore Generale
Al Direttore Amministrativo
IRCCS Neurolesi
All’Assessore Regionale alla Sanità
Avv. Ruggero Razza
Veniamo a conoscenza di quanto in oggetto, ed in linea di coerenza con quanto già espresso rispetto alle progressioni verticali, non possiamo non esternare il nostro disappunto per il perpetrarsi del modus operandi ormai consolidato di questo management.
Entrando nel merito, rileviamo l’assoluta improvvisazione ed approssimazione usata, ripetendo gli errori perpetrati in occasione delle ormai famose delibere con le quali il personale dell’assistenza e divenuto della ricerca e viceversa; analoga approssimazione negli avvisi di progressione verticale, già rilevati dalla scrivente.
Tutto ciò fa nascere il ragionevole dubbio che questo tipo di atti, palesemente viziati ed impugnabili, siano adottati proprio per farseli bocciare, addossando, a noi in questo caso, la responsabilità di non aver potuto portare avanti quanto previsto nei bandi di selezione stessa.
A scanso di equivoci, la scrivente è assolutamente favorevole sia alle progressioni verticali che alle assunzioni di cui in oggetto, ma pretende la trasparenza e la legittimità degli atti.
Intanto vorremmo capire, non essendoci stati i passaggi sindacali propedeutici, se tutte queste procedure siano coperte dalle previsioni del Piano triennale delle assunzioni e se ci sono i relativi posti in pianta organica, anche perché non abbiamo contezza di quanti posti siano stati destinati alle progressioni verticali e, di conseguenza, non possiamo sapere se poi rimangono disponibilità; un discorso a parte riguarda la copertura economica (che diamo per assodata), anche alla luce dell’incertezza che in atto vige in azienda e che ha acclarato possibili esuberi di personale e della modifica dell’offerta sanitaria che, inevitabilmente, comporterà una revisione delle piante organiche; tuttavia non possiamo rilevare che non abbiamo ancora contezza della reale capienza dei fondi contrattuali, nè se siano stati definitivamente determinati.
Allora la domanda nasce spontanea: ma perché il Management ha questa fretta di fare queste selezioni, stante il momento di poca chiarezza che l’azienda sta vivendo? Non sarebbe più opportuno aspettare che venga definito il processo progettuale per indire selezioni adeguate all’attività da garantire?
In questo modo il dubbio che la fretta possa scaturire da altre necessità diviene legittimo e viene a consolidarsi proprio leggendo i bandi; infatti noi abbiamo notato una anomalia alquanto dubbia, meritevole di un approfondimento, cioè l’evidente discriminazione dei “borsisti”, i quali possono far valere il servizio se partecipano alla categoria “C” ma non se concorrono in categoria “D”.
Inoltre si fa notare come non sono indicati i posti messi a concorso per ciascuna area. Come si procederà alle assunzioni necessarie? In funzione delle effettive esigenze dell’Istituto, per singola area o in funzione di logiche diverse?
Allo scopo, desideriamo conoscere, quale formale richiesta di accesso agli atti ai sensi e per gli effetti della L.241/90, le note richiamate nelle delibere n. 541 e 542 del 20.05.2020, alfine di verificare se sono stati indicati i posti messi a concorso e rilevare quali siano le “comprovate esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale” che giustificano il ricorso alla procedura a tempo determinato, partendo dall’assunto che la pandemica emergenza COVID -19 non giustifica tutto e non deroga ai dettami normativi vigenti in termini di trasparenza nella pubblica amministrazione.
Quanto sopra ci fa nascere, riteniamo legittimamente, il dubbio che il bando di selezione per la categoria “D” voglia escludere dei potenziali “aventi maggior titolo”, a meno che non vi sia stata una “mera dimenticanza” o un “refuso di stampa” e nel qual caso ci aspettiamo l’immediata correzione con relativa eliminazione della discriminazione.
Alla luce di quanto sopra, rimaniamo in attesa di immediato riscontro, in difetto del quale saremo costretti a intraprendere le azioni che riterremo più opportune per la tutela del diritto di TUTTI i lavoratori.